Come hai scoperto la tua passione per kitesurfing? Mi ha scoperto Appena arrivata a Sal per un viaggio, ho fatto una passeggiata sulla spiaggia e un ragazzo mi ha chiesto se potevo prendere l'kite per farlo atterrare. Non avevo mai visto un kite prima, ma l'ho preso e l'ho messo a terra. Il ragazzo mi ha ringraziato e ho pensato "va bene!". Mia moglie mi ha chiesto se sapevo come fare e ho detto di no. I giorni seguenti ho guardato gli kiter e ho avuto un po' di informazioni in giro. Una volta a Boavista ho deciso di provare, e in quel momento ho capito la differenza: l'kite non è testato, o lo fai o non lo fai! Ho conosciuto l'unico ragazzo che poteva darmi lezioni, un brasiliano di nome Attila, sposato con una bergamasca. Mi ha fatto iniziare con il simulatore lasciandomi solo per l'intera mattinata. Poi sono passato all'kite, un North Rinho del 2004, un 4-line C, e lui mi ha insegnato sicurezza, rilascio, lancio e rilancio dall'acqua, mi ha fatto provare agganciato e sganciato. Poi sono passato al body drag, puro amore. Ultimo giorno, niente vento. Sono tornato in Italia, ho comprato un Naish Raven 12 MT, trapezio, e ho cercato una scuola per finire quello che avevo imparato. Ho trovato un posto a circa 50km da casa e ci andavo, ogni sabato, ogni domenica, ogni volta che c'era un alito di vento ero in acqua, da solo. Ho amato questo sport perché non è uno sport, è una passione, è sacrificio, giorni che aspettano il vento e poi non c'è. Quando lavori c'è vento, quando sei libero niente, devi essere pronto come con una donna, se lei chiama devi esserci, magari per un'ora, o dopo le 2 in macchina, ma quell'ora insieme ripaga tutto, torni a casa sorridendo come un bambino. Il ciclismo, il calcio, il tennis sono sport, il kite è una passione, uno stile di vita, la natura comanda e devi essere pronto.
Com'è stata la tua prima volta? Si affaccia in acqua e vola senza tavola e senza controllo.
Quali mari hai attraversato le onde? Friuli, da Monfalcone a Lignano, passando per Grado e Fossalon, lo Stagnone, l'Egitto, la Spagna, Tarifa, Algiaciars, Cadice.
Raccontaci l'avventura più bella che hai vissuto con la tua vela. Assolutamente Capo Trafalgar in Spagna, una 50km Levante, il mio 7 era troppo grosso, sono uscito con un 5 prestato, non avevo mai visto le onde essere così, non potevo uscire perché non si schiantavano con tale potenza Sulla spiaggia. Sono uscito in body drag, una volta fuori ho messo la tavola e un muro d'acqua mi sovrasta, lancio l'kite a terra e ho surfato l'onda, mio Dio sto surfando! Niente di più bello!
In quali capi vorresti che il tuo aliante si trasformasse? In tutto quello che Cristina riesce a creare, il mio kite mi ha dato tanto e non vale niente per il mercato, tenerlo nell'armadio è inutile, se diventa una giacca, una borsa, un portafoglio, nessuno sa che sta portando in giro un po' su di me, ma lo faccio!